DailyMedia 17/02/2016
Un nuovo balzello potrebbe abbattersi sui Gruppi editoriali nazionali e locali. Secondo quanto ha anticipato ieri repubblica.it, infatti, tutte le concessionarie pubblicitarie – della televisione, della radio, della stampa quotidiana e periodica, e anche di internet (ma, su questo fronte, naturalmente, bisognerà vedere, nel caso, se saranno coinvolti anche gli operatori con base fiscale estera) – potrebbero dover versare allo Stato lo 0,1% della loro raccolta complessiva (come definito dal Testo Unico delle Imposte del 1986). E i soldi ricavati andrebbero a finanziare il Fondo per l’editoria. Questo prelievo di scopo è stato introdotto da un emendamento della deputata Annalisa Pannarale, di Sel, alla proposta di legge che riforma i contributi pubblici ai giornali. L’emendamento è stato votato anche dal Pd in Commissione Cultura alla Camera. Il provvedimento in esame andrà in aula il 22 febbraio e sarà approvato in prima lettura entro il mese, a meno di imprevisti. Il Fondo per l’editoria è previsto essere finanziato in modi diversi. Le risorse arriveranno dallo Stato, per 100 milioni dal recupero dell’evasione del canone Rai (“ma questa entrata – ha spiegato Annalisa Pannarale – non è affatto certa”) e delle multe che AgCom commina nei suoi provvedimenti. Ora – grazie all’emendamento votato due giorni fa – il Fondo, nel caso, verrà alimentato anche da questo prelievo sulla pubblicità. Già in allarme è Confindustria Radio Tv, che stima un impatto importante per le emittenti televisive e che vuole soprattutto capire se l’emendamento estende il prelievo – come sarebbe giusto, a suo parere – anche ai citati colossi di internet.