ADVExpress 12/2/2016
Nell’ambito dei lavori della Commissione VII della Camera dei Deputati, durante la discussione relativa all’istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e deleghe al Governo per la ridefinizione del sostegno pubblico all’editoria, è stata proposta l’abrogazione delle norme che prevedono la destinazione dell’extragettito Rai, nella misura massima di 50 milioni di euro annui, istituendo, a favore di un fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria, nel quale confluirebbero anche le forme di sostegno all’emittenza radiofonica e televisiva locale. Il nuovo fondo unico, di non oltre 160-170 milioni di euro annui, finirebbe per destinare all’emittenza locale risorse molto più limitate di quelle attualmente previste.
Nell’ambito dei lavori della Commissione VII della Camera dei Deputati, nella seduta del 9 febbraio u.s., durante la discussione relativa all’istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e deleghe al Governo per la ridefinizione del sostegno pubblico all’editoria, il presidente Flavia Piccoli Nardelli, ha proposto l’adozione di un nuovo testo, elaborato dal Comitato ristretto, che riunisce le precedenti proposte di legge C. 3317 Coscia e altri e C. 3345 Pannarale e altri, quale testo base per il prosieguo dell’esame in sede referente.
In particolare, il provvedimento, se approvato, abrogherebbe le norme, appena emanate, della legge di stabilità 2016 che prevedono la destinazione a favore delle tv e radio locali dell’extragettito Rai, nella misura massima di 50 milioni di euro annui, istituendo, contestualmente, nello stato di previsione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, un fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria, nel quale confluirebbero anche le forme di sostegno all’emittenza radiofonica e televisiva locale.
Tale fondo verrebbe alimentato con l’extragettito Rai, per un importo massimo di 100 milioni annui, nonché con le risorse già destinate alle radio e tv locali attualmente iscritte nello stato di previsione del Ministero dello Sviluppo economico (circa 48 milioni di euro per il 2016, circa 47,8 milioni di euro per l’anno 2017, circa 46,3 milioni di euro per l’anno 2018) e con le somme delle sanzioni amministrative comminate dall’Agcom ai sensi dell’art. 51, c. 1 e 2 del Testo unico dei servizi di media (trattasi per lo più di sanzioni irrogate a imprese tv e radio).
È evidente che l’eventuale creazione di un fondo unico, presumibilmente di non oltre 160-170 milioni di euro annui, per la ridefinizione della disciplina dei contributi diretti per le imprese editrici di quotidiani e periodici e per le radio e tv locali (tra l’altro ripartito annualmente con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro dello Sviluppo economico e il Ministro dell’Economia e delle Finanze, sentite le commissioni parlamentari competenti) finirebbe per destinare all’emittenza locale risorse molto più limitate di quelle attualmente previste.
“Aeranti-Corallo esprime un giudizio assolutamente critico su tale proposta di legge e, pertanto, ha sollecitato l’approvazione di emendamenti finalizzati a mantenere vigente l’attuale sistema contributivo previsto per l’emittenza locale – ha dichiarato Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo -. Auspichiamo che il Ministero dello Sviluppo economico si attivi per mantenere inalterata la propria competenza sulle forme di sostegno alle emittenti locali, considerato che tale tipologia di imprese rientra specificamente nelle prerogative del Ministero”.
Aeranti-Corallo ha evidenziato al Sottosegretario di Stato allo Sviluppo economico con delega alle comunicazioni, Antonello Giacomelli, le preoccupazioni del comparto radiotelevisivo locale, che verrebbe gravemente penalizzato nell’ipotesi di approvazione di tale proposta di legge.