DailyMedia 30/10/2015
La radio è in buona salute. Ottima, si direbbe. L’ultimo dato FCP Assoradio uscito ieri segnala una crescita del 10,2% nel mese di settembre, in linea con la media dei primi nome mesi, attestata sul 10%. Anche gli ascolti aumentano. Secondo la rilevazione Radio Monitor di GfK relativa al primo semestre 2015, 35 milioni circa di italiani ascoltano la radio, lo 0,5% in più rispetto allo stesso periodo 2014. A livello europeo, il mezzo è il secondo più ascoltato dopo la tv e prima del web. Ma gli editori radiofonici hanno deciso di investire ancora di più nei numeri e ieri hanno consegnato al mercato la prima ricerca di base del settore radiofonico (vedere Daily- Media del 26 ottobre 2015, ndr). L’obiettivo, abbastanza chiaro, è prepararsi al lancio di una ricerca di sistema, magari nel 2017. Una nuova Audiradio, per intenderci. Lo conferma Antonio Marano, vice direttore Rai: «La radio ha bisogno di una piattaforma “audi”. Ma quello che sottolineo oggi è che per la prima volta tutti gli editori radiofonici, nazionali e locali, si sono uniti per questo progetto». Sottoscrivono la ricerca di base, realizzata con responsabilità paritetiche da Gfk e Ipsos, i 15 network nazionali e 250 radio locali. L’universo di riferimento è la popolazione dai 14 anni in su, rappresentata da un campione di 15mila casi intervistato con metodo CATI dalle 13 aprile al 9 maggio. L’obiettivo è mettere sotto la lente di ingrandimento la relazione degli ascoltatori con il mezzo radio. Le principali evidenze: in primo luogo, una forte crescita dell’ascolto presso le élite, +26% rispetto a 3 anni fa, e poi presso i giovani, con un +50% tra i 14- 17enni e un +47% dei 18-24enni. Non c’è conflitto con l’ascolto di musica digitale, anzi: il 90% di chi lo fa, ascolta anche la radio, e i giovani in particolar modo, con il 49% in più dei 14-17enni e il 48% dei 18-24enni sempre rispetto a tre anni fa. La tecnologia è amica della radio, laddove il 20% degli ascoltatori fruiscono del mezzo con device tradizionali e nuovi. La durata media di ascolto è di 149 minuti al giorno, 182 con entrambe le tipologie di dispositivi. In particolare cresce l’utilizzo con quelli mobili, essenziali per i giovani. Il 28% dei 14-17enni, il 20% dei 18-24enni e il 15% dei 25-34enni ascolta la radio tramite tablet o smartphone. In tale contesto il web si aggiunge come piattaforma di ascolto. L’8% della popolazione visita i siti delle radio e il 4% ascolta le radio in streaming. Significativo il rapporto con i social, con il 14% della popolazione che visita le pagine Facebook delle radio o dei programmi, e l’11% che ne diventa fan. Inoltre la radio si ascolta 24 ore su 24, con picchi la mattina e durante il tardo pomeriggio, anche condizionati dalle fasce d’età. E si ascolta tutti i giorni, nell’81% dei casi tutta la settimana. Spiega il direttore di Rai Radio, Nicola Sinisi: «Dopo questa ricerca di base, riteniamo che Radio Monitor dovrà essere integrata tenendo presente alcune evidenze, per esempio aumentando i casi di interviste effettuate tramite smartphone, portandole dal 30 al 40%». La metodologia della ricerca di base già accoglie questa proporzione, con il 60% delle interviste effettuate su linee fisse e il 40% mobili.