Mercato Condè Nast: raccolta a +1% nel 2014, trainata dal digitale, atteso in crescita del 40% nel 2015 grazie anche a una nuova piattaforma beauty

Mercato Condè Nast: raccolta a +1% nel 2014, trainata dal digitale, atteso in crescita del 40% nel 2015 grazie anche a una nuova piattaforma beauty

DailyMedia 17/12/2014

Il piano strategico “Reinvented Business”, lanciato nel settembre del 2012, sta dando i suoi primi frutti già nel 2014 a Condé Nast Italia e permette al gruppo che, ora, si propone come una “multimedia communication company”, di proiettare un 2015 in crescita, come hanno spiegato ieri, durante un incontro con la stampa, Giampaolo Grandi, presidente e a.d., Domenico Nocco, executive vp Finance&Operations, e Fedele Usai, deputy managing director. La “svolta” che permette al Gruppo (che genera circa il 20% del fatturato di CN International, superiore a 1 miliardo di dollari nel 2014 con margine operativo pari a circa 140 milioni di dollari) di aumentare in questi 12 mesi il proprio fatturato pubblicitario dell’1% a circa 120 milioni di euro – a perimetro omogeneo e, cioè, escludendo le testate chiuse Myself e Sposabella -, si sintetizza nell’accelerazione imposta al passaggio dal business cartaceo a quello dello “schermo”, qualunque sia il device utilizzato, che assorbe ormai l’80% delle interazioni con i media da parte dei consumatori. In ogni caso, la forza dei brand del Gruppo ha consentito alla pubblicità su stampa (105 milioni nel 2014) di chiudere con una flessione contenuta nel -1% (versus il mercato che farà almeno il -10%). Dal 2007 al 2014 Condé Nast ha inoltre raddoppiato la quota di mercato pubblicità periodici, dal 12% al 24%, anche grazie alla scelta di non agire sulla levaprezzo ma, semmai, su progetti mirati ed efficaci per i singoli clienti, sempre più spesso completati da eventi che integrano tabellare e attivazione territoriale, al punto che il giro d’affari generato è più che raddoppiato quest’anno rispetto al 2013, a circa 8 milioni di euro, grazie soprattutto a Glamour e Wired, ma per l’anno prossimo sono già state chiuse due iniziative da oltre mezzo milione di euro ciascuna anche per Vanity Fair e GQ. Il digital cresce invece del 18% (il mercato è flat) e rappresenta il 10,5% del fatturato totale pubblicità del Gruppo. Limitandosi ai soli brand che hanno una presenza digitale (Vanity Fair, GQ, Wired e Vogue) l’incidenza sale al 15%. Tra l’altro, Usai ha specificato che il programmatic viene gestito solo con deal privati e non riguarda solo l’invenduto. Il focus sul digitale ha fatto sì che da 50.000 video visti in un mese un anno fa si sia passati ora a 15 milioni, e la loro distribuzione genera il 20% delle revenue pubblicitarie. Gli utenti unici a novembre sono stati 16,2 milioni, e 180 milioni le pagine viste, con Vanity Fair a 7,2 e 110 milioni, Wired a 4,1 e 23,3 milioni, CN Live (che genera il 20% dei ricavi digitali, destinati a crescere prevedibilmente l’anno prossimo quando ai canali di Tudor e Visa si aggiungerà anche quello di Chanel, su cui pure lavorerà l’agenzia interna Factory27, rafforzata dall’arrivo di nuovi videomaker) a 1,7 e 7 milioni, Vogue a 1,9 e 27 milioni, e con un totale, per il mobile, di 8,6 e 84 milioni. E nel 2015, come è stato anticipato sempre ieri, ci sarà un’implementazione degli asset digitali per i maschili, con i contatti che, a metà del prossimo anno, dovrebbero passare da 5 a oltre 7 milioni. Nella prima parte dell’anno verrà inoltre lanciato un nuovo prodotto unico digitale per il beauty, con il coinvolgimento massiccio di blogger e influencer, e dei principali player del settore. A chiudere poi i dati 2014, ci sono 20 milioni di euro da diffusioni (in calo ma con la possibilità che non ci sia un’ulteriore contrazione nel 2015), per un totale digiro di affari della società, considerando appunto anche gli eventi, di 150 milioni di euro circa. Il parametro di valutazione della performance all’interno di CN International è rappresentato dal margine operativo (i 140 milioni di dollari di cui sopra), che non comprende le royalties sui brand e i costi dell’headquarter di Londra. L’Italia contribuisce a questo risultato con circa 13 milioni di euro. Nel 2013 il margine operativo è stato di 10 milioni, l’obiettivo è di arrivare a 17 nel 2015. Il terzo asset di sviluppo per il prossimo anno è il completamento del rilancio de La Cucina Italiana, che passerà completamente sotto il controllo del Gruppo, che rileverà a breve il 20% ancora detenuto da Quadratum. Il fatturato pubblicitario 2014 è stato di 1.2 milioni, con una crescita del 200% rispetto al 2013. La previsione è di crescere del 25% nel 2015. Il “sistema” della testata (che, comunque, resterà in capo a una srl autonoma) vedrà anche, a marzo, il lancio del nuovo sito, che farà da ponte digitale anche per le iniziative della scuola di cucina, sita in piazza Aspromonte, a Milano, che verrà a sua volta adeguatamente sviluppata. Sulla scia di tutti questi impegni, gli obiettivi per il 2015 sono di un’ulteriore crescita del 40% della raccolta sul digitale (con ricavi triplicati per CN Live) e del 3-4% per la stampa.

2014-12-17T13:29:04+00:00 dicembre 17th, 2014|