DailyMedia 14 ottobre 2013
Giungono alle strette relativamente finali le due principali partite nel mondo dell’editoria e soprattutto della pubblicità che sono destinate a cambiare e non di poco, anche per le conseguenze a cascata che determineranno, l’attuale scenario dei media, soprattutto cartacei. Gli assi sono uno quello che va da Torino a Milano e cioè dalla Stampa e dalla PK al Corriere della Sera e alla divisione Pubblicità di RCS Media-Group e, l’altro, quello che unisce Cologno, Mediaset e Publitalia a Segrate con la Mondadori. Dove proprio oggi, per altro, potrebbe essere sancita l’uscita per dimissioni dell’a.d. e presidente della concessionaria, Angelo Sajeva. La comune necessità, prioritariamente, è quella di attuare sinergie che permettano da un lato di effettuare efficienze sui costi e dall’altro di poter offrire ai clienti pacchetti sempre più integrati in logica multimediale. Il problema è sempre quello dei costi del personale, che per Pk si può affrontare soltanto cercando di contenere al massimo il numero delle persone messe in mobilità. Al Centro-Sud l’avrebbe già fatto, con lettere di disdette gli agenti operative dal 2014. Questo pone il problema, agli editori della Gazzetta del Mezzogiorno, La Gazzetta del Sud, Giornale di Sicilia e La Sicilia, o di riaccasarsi altrove o di spacchettare nazionale e locale con l’ipotesi in questo caso di dar vita a più relative strutture o meglio a una unica, per la cui guida si fa anche un nome, quello di Giorgio Martinelli, già direttore di Pk Catania e consulente di Mario Ciancio Sanfilippo, che possiede La Sicilia, controlla La Gazzetta del Mezzogiorno e ha quote negli altri due citati giornali. Del resto solo con una comune organizzazione per la raccolta locale (oltre tutto anch’essa in drammatica contrazione) e raggiungendo quindi una cifra tra i 45 e i 50 milioni di euro, si può disporre di una massa critica sufficiente con cui andare sul mercato. La nazionale dei 4 quotidiani del Sud si può stimare che valga meno di 10 milioni di euro in tutto e qui i nomi papabili sono quelli ancora di RCS e di Manzoni. La concessionaria di Gruppo Espresso sarebbe stata contattata anche da Universo per le tre testate per ora seguite da Pk. D’altra parte, per quest’ultima, sostanzialmente, il piano sarebbe di dismettere tutte le attività al di fuori di Torino-Piemonte. In sostanza, al di là di possibili scenari di fusione tra La Stampa e il Corriere della Sera che sembrano piuttosto futuribili, ha senso pensare che Pk ridimensioni il proprio perimetro alla locale del quotidiano torinese, lasciando la nazionale (che pesa più o meno come la locale e, cioè, intorno ai 25 milioni di euro) a RCS (che, per altro, le ha già affidato la raccolta delle edizioni del Corsera di Bologna e di Firenze). In Mondadori sotto l’ombrello Mediaset si creerebbero tre reti specializzate ma sinergiche, una per le tv (Publitalia), una per il web (Mediamond) e una per i prodotti cartacei (Mondadori), con una riallocazione anche degli altri mezzi come le radio. Da ultimo bisogna capire che spazio e che destino possano avere, a fronte della nascita di queste aggregazioni, le altre concessionarie con ambizioni e perimetro comunque generalisti, Piemme e System prime tra tutte. Si è più volte parlato di un arrivo di Sajeva in via Monterosa, o a rilevare il ruolo dell’a.d. di Gruppo 24 Ore, Donatella Treu, o per guidarne la concesssionaria, che ha chiuso la raccolta nel primo semestre a oltre il -17%.