DailyMedia 15 febbraio 2013
Il mercato della pubblicità chiude il suo peggiore anno degli ultimi 20 con una performance negativa del -14,3%, scendendo per la prima volta dal 2003 (secondo il perimetro misurato da Nielsen) sotto la soglia degli 8 miliardi di euro a prezzi correnti. In termini reali vale a dire che, al netto dell’inflazione (ISTAT), si torna addirittura a livelli del 1991; questo fa quindi pensare a un cambio strutturale e non congiunturale nella sua composizione. “Si è persa la ciclicità che ha caratterizzato la situazione di mercato fino al 2009. Dal 1992 al 2009, infatti, il mercato ha vissuto due momenti di decremento, uno nel 1993/94 e uno nel 2001/2002, entrambi sempre seguiti da una risalita” ha spiegato Alberto Dal Sasso, Advertising Information Services Business Director di Nielsen, che ha commentato ieri alla stampa i dati appena rilasciati. “Una ripresa potrà essere legata solo al maggior reddito disponibile delle famiglie e quindi a un aumento dei consumi”. Guardando all’andamento mensile degli investimenti nel 2012, si nota un peggioramento continuo e graduale da gennaio a dicembre: “Siamo partiti con un primo quarter a -7,2%, seguito da un secondo trimestre a -11,4%” ha detto Dal Sasso. “A luglio il grosso calo, nonostante eventi come le Olimpiadi: nel terzo trimestre, infatti, il decremento è stato del 20,5%, per finire con un -21,1% negli ultimi tre mesi dell’anno. Un andamento che nemmeno il mercato, sia la domanda che l’offerta, si aspettava. Solo a dicembre le cose sono leggermente migliorate con un -18%, grazie anche alla minore riduzione di alcuni mezzi “minori”, come le affissioni, che hanno beneficiato dell’inizio della campagna elettorale”. In termini di investimenti sui singoli mezzi nel 2012, a eccezione di internet, il calo è trasversale a tutti quelli rilevati da Nielsen. In netta diminuzione sono la tv (-15,3%), i quotidiani (-17,6%), i periodici (-18,4%), la radio (-10,2%), il cinema (-18,7%), l’out of home (-10,2%) e l’outdoor (-12,5%). Anche per il web, che chiude con un +5,3%, pari a 664.505 milioni di euro, l’ultimo scorcio del 2012 è stato molto difficile: questo mezzo cresce, infatti, a un ritmo più contenuto rispetto al passato (a gennaio la crescita era stata di circa il 25%), risentendo dunque della generale crisi strutturale. In termini di settori il taglio dei budget pubblicitari ha coinvolto quasi tutte le industry.