Corriere della Sera 21 febbraio 2012
La “tassa sul futuro”: il primo disincentivo seriale per le piccolissime imprese e i professionisti a dotarsi di banda larga. Quella basata sulla norma del 1938 potrebbe essere la prima tassa superiore al costo del servizio a cui si mira, 980 euro l’importo medio dei bollettini “abbonamenti speciali” inviati a circa 5 milioni di aziende. Ieri la protesta anti-Rai è montata in Parlamento con l’invito al ministro dello Sviluppo Economico Passera ad intervenire, lanciato dai due capigruppo Pd e Pdl nella Commissione vigilanza Rai, Morri e Buti, (si erano già mossi nei giorni scorsi i radicali). Il segnale preoccupa anche gli operatori, i cui call center sono stati subissati dalle chiamate (oltre un migliaio solo per Telecom Italia) di professionisti che annunciano la volontà di disdire l’abbonamento. Senza contare la contraddizione per l’azienda pubblica di uno stato il cui governo con l’Agenda Digitale Italiana (Adi) vorrebbe trasformare l’Italia in un paese di cittadini interconnessi, che dialogano con la pubblica amministrazione online e di aziende che rilanciano il made in Italy con la forza dell’e-commerce…