ADXExpress 03/02/2017
“L’impatto dei social sulle nostre vite, sulla società e sul mercato in generale è tale da rendere indispensabile l’adozione di codici di comportamento responsabili e trasparenti . Anche i new media hanno bisogno di nuove regole per essere efficaci nel tempo, e noi aziende crediamo non sia possibile uno sviluppo senza regole condivise e un approccio responsabile anche nel mondo della comunicazione digitale. Per questo l’UPA lancia una duplice proposta: creare un‘Authority Europea contro le fake news e le distorsioni dell’informazione negli ultimi tempi abbastanza invasive sul web ed estendere l’autodisciplina, dello IAP dalla pubblicità commerciale a tutto il sistema della comunicazione, coinvolgendo anche gli operatori della rete, come editori online e Over the top, per eliminare notizie false o denigratorie attraverso istruttorie che diano ragionevoli certezze”.
Lo ha dichiarato ad ADVexpress il presidente dell’UPA Lorenzo Sassoli de Bianchi, intervenuto oggi a Roma al convegno FIEG dal titolo “Dalle black box alle legal box: digitale tra ambiguità e responsabilità”.
“L’autodiscipliina, come avviene in pubblicità, è uno strumento efficiente, veloce, economico e democratico che crediamo debba essere esteso, attraverso lo IAP, dalla comunicazione commerciale all’informazione tour court – ha aggiunto Sassoli de Bianchi – Oggi chi, come persona o azienda, si sente colpito o denigrato da un’informazione diffusa sul web, potrebbe rivolgersi allo Iap che avrebbe il vantaggio di essere ‘un organismo terzo’, evitando quel processo di autoregolamentazione in materia messo in atto ad esempio dagli Over the top”.
“Internet è una grande opportunità – ha affermato Sassoli de Bianchi durante il convegno Fieg -, gliinvestimenti pubblicitari sul web rappresentano il 25% del totale, 2 miliardi su 8 complessivi. Ma – ha aggiunto Sassoli – nasconde anche delle insidie: l’indebolimento dei corpi intermedi: la politica, le associazioni, le stesse ‘marche’. Se viene meno la credibilità delle marche in questa entropia comunicativa dove non si distingue più il vero dal falso, questo è un problema. Ma anche l’assenza di trasparenza, la mancanza di una informazione veritiera e corretta che in realtà costituirebbe un diritto garantito dallo stesso articolo 21 della Costituzione dove si afferma non solo il diritto alla libertà di informare, ma anche quello di essere informati. E poi l’anonimato in Rete, l’assenza di responsabilità di chi vi opera”.
La proposta dell’Associazione che riunisce le principali aziende investitrici del mercato, anticipa il presidente ” è stata accolta con interesse da tutti i relatori presenti al convegno FIEG’.
All’incontro, moderato da Maria Latella hanno preso parte anche il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella, il presidente della Fieg Maurizio Costa e il direttore del Corriere della sera Luciano Fontana.
Maria Latella, ha posto l’accento sulla necessità – forse compresa in altri Paesi prima che nel nostro – di rispettare delle regole che consentano la sostenibilità della produzione e diffusione dei contenuti editoriali, garantiscano una competizione alla pari dei players dell’informazione e prevengano o pongano rimedio ai danni derivanti alla reputazione e alla privacy da un uso improprio della Rete.
Ruben Razzante ha lanciato un appello al Governo per l’avvio di un tavolo di consultazione tra tutti gli operatori della filiera di produzione e distribuzione delle notizie e dei contenuti in Rete. Un tavolo che possa condurre alla definizione di linee guida per arginare il fenomeno delle fake news, regolare lo sviluppo della Rete e valorizzare l’informazione di qualità. Per Razzante è essenziale ricollocare al centro dell’agenda politica il tema della democrazia e del ruolo degli Over The Top, con i quali rispetto a qualche anno fa il rapporto è senz’altro cambiato, anche grazie alla ricerca di collaborazioni commerciali come quella con Google avviata da Fieg, ma con i quali va raggiunta una sintesi tra le esigenze di tutti gli operatori. “Le fake news rappresentano un rischio per la democrazia perché abbassano il livello dell’informazione e della necessità di ripristinare una gerarchia e verificabilità delle notizie devono invece – ha concluso Razzante – essere consapevoli tutti coloro che operano in Internet”.
“Il labile confine tra regolazione e censura nella percezione dell’opinione pubblica – ha ricordato Maria Latella nel dare la parola al Garante Antitrust – è alla base delle polemiche suscitate da una recente dichiarazione di Giovanni Pitruzzella sulla necessità di un organismo di vigilanza sulle notizie a livello europeo allo scopo di contrastare tutti quei movimenti che rischiano di inquinare il naturale dibattito democratico, alimentando campagne di paura e odio a colpi di notizie fraudolente”:
Pitruzzella ha ribadito oggi che la sua presa di posizione, con la recente intervista al Financial Times, nasceva dalla volontà di porre l’accento sulla “necessità, non solo per il mondo dell’informazione e della comunicazione, ma più in generale, di un confronto improntato alla trasparenza e alla correttezza, essenziali per lo svolgimento stesso della vita democratica”. “Di fronte alla quarta rivoluzione industriale – ha aggiunto Pitruzzella – e alle sue conseguenze, tra cui la cancellazione di posti di lavoro e la decentralizzazione dell’informazione con la sua scia di insidie per i fruitori delle notizie, è necessario immaginare regole nuove. Quelle vecchie non bastano. E non si tratta di censura – ha aggiunto – ma di tutelare i diritti delle persone. Non tutto quello che circola in Rete infatti, un esempio per tutti gli ‘hate speeches’, ricade nella cosiddetta libertà di informazione”.
A Luciano Fontana è stato chiesto come è vissuto dall’interno di un giornale come il Corriere della Sera, per il quale parole come fiducia e responsabilità appaiono scontate, il cambiamento. “In questo profondo progetto di trasformazione – ha detto Fontana – dove non si ha nemmeno un’esatta coscienza del campo di gioco, non valgono le sole regole della deontologia professionale. I social network sono essi stessi fonti. La responsabilità degli Over The Top è enorme, non sono solo dei mezzi tecnici. Google dovrebbe assumersi le stesse responsabilità di ciò che divulga degli editori”. “In un mondo in cui domina la velocità, in cui le persone per la maggior parte non si fermano certo ad incrociare le informazioni per farsi un’idea, è ancora più importante e necessario – ha detto Fontana – il ruolo di una professione che produca un giornalismo – anche se l’espressione è forse abusata – ‘di qualità’: che selezioni le notizie, fornisca un’agenda definita, offra garanzie per quanto possibile di oggettività, sia capace di correggersi velocemente”.
Maurizio Costa, nel tirare le fila degli interventi, ha concluso come anche per l’informazione in Rete ci si debba basare su trasparenza, correttezza, responsabilità. Occorre perciò superare l’asimmetria che non prevede oggi la stessa responsabilità anche per chi opera nel web. E quindi definire un sistema di regole trasparenti e condivise che garantiscano tutti i soggetti in termini di concorrenza, fiscalità, privacy e tutela del diritto d’autore.