Roma, 18 giugno 2015 – “La stampa svolge tuttora un ruolo insostituibile a difesa della trasparenza e della legalità”. E’ quanto hanno affermato Pietro Grasso e Raffaele Cantone intervenuti al convegno su “I mezzi di informazione a sostegno della legalità. La stampa a garanzia di trasparenza, legalità, contrasto alla corruzione” che si è svolto oggi a Roma.
Per il Presidente del Senato c’è “l’esigenza di una stampa onesta, in grado di produrre quel giornalismo d’inchiesta necessario per portare alla luce comportamenti opachi”. E proprio nel “controllo diffuso”, come effetto della maggiore trasparenza che una informazione corretta può assicurare, il Presidente dell’Autorità anticorruzione ha individuato la vera arma in mano ai cittadini per contrastare i comportamenti illeciti.
I successivi contributi, da quello di Francesco Dini, consigliere incaricato Fieg, a Massimo Martellini, presidente della Fcp, a quello del professore Giovanni Palomba e del commissario Agcom, Antonio Preto, hanno sottolineato la valenza della comunicazione, pubblica e istituzionale, sulla carta stampata.
Nel corso tavola rotonda su “I quotidiani a garanzia del corretto funzionamento del sistema”, moderata da Corrado Formigli, è emerso il punto di vista degli operatori dell’informazione – Attilio Bolzoni, Alessandro Cassinis, Giuseppe De Tomaso, Massimo Mucchetti, Paolo Panerai – sul presente e sul futuro del giornalismo di qualità al servizio del cittadino.
“Il convegno – ha detto il Presidente della Fieg, Maurizio Costa – si svolge in un giorno particolarmente significativo, in cui è stata approvata dall’Aula del Senato la norma che prevede, nel futuro Codice dei contratti pubblici, la pubblicazione degli avvisi e dei bandi di gara degli appalti sui quotidiani nazionali e locali. Una risposta fattuale e concreta nel segno della trasparenza auspicata”.
“Dai lavori, – ha concluso Costa – sono emerse la riconosciuta autorevolezza della stampa, nazionale e locale; la realtà di un web non ancora in grado di risolvere il problema della trasparenza e del digital divide, particolarmente sentito proprio in quelle zone del Paese che maggiormente avrebbero bisogno di informazione diffusa e garantita; la necessità di un sistema di regole per la rivoluzione digitale, sicuramente positiva, in corso”.