DailyMedia 4/02/2015
Movie Media chiude il 2014 con una crescita del giro d’affari di circa il 5% rispetto al 2013 e rilancia il progetto di un’unica grande concessionaria nazionale dedicata alla raccolta pubblicitaria nei cinema. Per la società di cui sono partner Fabrizio Menichella e Fabio Poli il risultato è dunque positivo, ancor di più se si considera la chiusura in negativo del mercato pubblicitario considerato nella sua complessità e, soprattutto, il decremento di circa il 25% registrato dal cinema nei primi 11 mesi dell’anno, secondo quanto ha fatto sapere Nielsen. «Movie Media ha chiuso il 2014 con un giro d’affari superiore ai 7 milioni di euro e conta di ottenere un risultato positivo anche nel 2015», spiega Menichella. «L’ultima parte dell’anno è stata per noi molto positiva, nell’ultimo trimestre abbiamo recuperato il ritardo accumulato nei mesi precedenti e a dicembre, addirittura, abbiamo raccolto il 30% del fatturato annuale». Il business del settore potrebbe però subire un’accelerazione significativa soprattutto se l’annunciata idea di unire le strutture commerciali dei principali quattro operatori del mercato italiano, ovvero, oltre a Movie Media, Rai Pubblicità, Uci Cinemas e The Space (la cui raccolta è gestita da Prs), divenisse realtà. «I risultati sin qui ottenuti ci incoraggiano ad andare avanti in direzioni nuove e, in particolare, nel progetto della creazione di una grande concessionaria; un tema, questo, sul quale già da molto tempo stiamo lavorando, cercando la più ampia condivisione, con tutti gli altri protagonisti del settore, per un progetto che lavori non solo su una semplice aggregazione numerica, ma anche e soprattutto su di una nuova modalità di presentazione dell’offerta», spiega Menichella. Secondo quanto ha fatto sapere nei giorni scorsi Rai Pubblicità, la società pubblica starebbe per finalizzare un accordo in questa direzione con Uci Cinemas. Movie Media ribadisce l’interesse all’operazione, così come al progetto dovrebbe guardare con attenzione The Space, la società venduta la scorsa estate al gruppo anglosassone Vue Entertainment, che in Inghilterra già applica un modello di business simile. «Il valore della raccolta pubblicitaria del mercato cinematografico italiano ammonta oggi a circa 16-18 milioni di euro. La sua quota è passata, nel giro di 5 anni, dallo 0,5-0,6% all’attuale 0,3%. Con l’aggregazione, a nostro parere, la percentuale potrebbe tornare allo 0,6% nel giro di 3 anni, per una raccolta intorno ai 40 milioni di euro”, precisa Menichella. I 4 operatori controllano infatti insieme circa l’83% delle sale cinematografiche presenti sul territorio italiano, 2.150 cinema con oltre 80 milioni di presenze stimate nel corso del 2014. Movie Media continua nel frattempo ad investire nel suo percorso di sviluppo. «Stiamo proseguendo nella direzione già avviata con successo lo scorso anno con il lancio in co-marketing dei brand content. Come ad esempio il progetto Luxury, ovvero la possibilità offerta ai marchi di target alto di pianificare spot della lunghezza anche di alcuni minuti, coprendo la totalità del break. O La ricetta del mese, l’operazione realizzata insieme in partnership con Il Gambero Rosso, il Cinemapping, la proiezione dello spot a sorpresa sul soffitto della sala», spiega Fabio Poli. «Abbiamo chiuso per quest’anno una serie di accordi con nuove realtà, che saranno comunicati a breve e che vanno nella direzione di valorizzare sempre più il nostro pre-show, rispondendo alle esigenze di brand awarness degli investitori pubblicitari. I nostri risultati stanno a certificare come il cinema possa ritornare ad essere un media importante per il mercato pubblicitario, quando è in grado di unire le sue caratteristiche strutturali di fruizione, che consentono un indice di ricordo della pubblicità molto elevato, con un’offerta innovativa di contenuti, che lo rendano irrinunciabile non solo per lo spettatore, ma soprattutto per i brand protagonisti. Chi, come noi, da anni vive quotidianamente la peculiarità di questo prodotto, essendone diventato da tempo il leader riconosciuto dal mercato, ha l’obbligo di proporre continuamente nuove idee e nuovi formati di comunicazione, aprendo la strada anche agli altri attori presenti nel mercato, con l’obiettivo comune di riportare il cinema alla quota di mercato degli investimenti pubblicitari che, per sua natura e per efficacia, gli competono », conclude Poli.