InternetDays, il digitale come leva fondamentale per far ripartire il Paese

InternetDays, il digitale come leva fondamentale per far ripartire il Paese

ADVExprss 2 ottobre 2013

Si è svolta oggi a Milano la prima giornata degli Internet Days, il nuovo evento dedicato alla Rete e all’innovazione digitale, ideato da Roberto Silva Coronel, ceo di DigitalEvents, che proseguirà anche domani, sempre presso il MiCo di via Gattamelata, 5. Ad aprire i lavori è stata Layla Pavone, presidente advisory board Internet Days, nonché managing director Isobar, la quale ha sottolineato l’importanza di rimboccarsi le maniche per incominciare a cambiare e ricorda anche che il 25 ottobre si svolgerà il primo consiglio dell’Unione Europea interamente dedicato all’Agenda Digitale. Quattro i grandi temi sul tavolo: reti e investimenti, servizi digitali, trasformazione digitale della pubblica amministrazione, e innovazione e startup. Alla base la consapevolezza che la digitalizzazione è la chiave per la ripresa economica. Non è più possibile concepire lo sviluppo dell’economia senza la digitalizzazione del Paese. La mattinata di lavori è stata arricchita da alcuni dati Doxa, forniti da Silvia Vianello, conduttrice dell’evento, nonché Sda Bocconi professor, host Smart&App e founder di Reinventami.

Un tema trasversale toccato nel corso di più interventi è quello della viralità. Come ricordato da Antonio Casilli , professore associato di Digital Humanities presso Paris Tech (Ecole Nationale Supérieure des Télécommunications), i modelli di influenza sociale sono riassumibili in due categorie principali, applicabili anche alla viralità: il  ‘contagio’ che innesca reazioni a catena o domino; il modello ‘threshold’, si adotta un certo comportamento (compro un certo prodotto, aderisco a un social network, scarico un’app) se si sa che un consistente numero di persone già ha compiuto quella azione, dunque ci si conforma alla tendenza dominante.

Secondo Giorgio Sardo, director of the technical evangelism & development group Microsoft, i tre principali trend sono: big data (si stanno facendo grandi progressi in tema di utilizzo ‘intelligente’ di questa quantità enorme di informazioni); l’intersezione tra il mondo digitale e quello reale (nel prossimo futuro ci saranno sempre più applicazioni in grado di mettere assieme le due dimensioni, come per esempio al riconoscimento di un oggetto tramite la foto scattata dallo smartphone) e la natural interaction, ossia l’interazione naturale (esemplare è la case history di Coca-Cola, che ha installato in Corea del Sud, in outdoor, delle macchine dotate di un grande schermo che sfidava le persone a riprodurre dei balli, offrendo, in caso di successo, delle bibite omaggio).

Infine l’intervento di James Quarles, regional director Facebook Emea, che ha rappresentato la connettività come un fondamentale diritto umano, essenziale per costruire e rafforzare l’economia del sapere mondiale. In questo senso, nonostante Facebook sia sempre allo studio di nuovi formati pubblicitari e di marketing, per affinare il suo business, la mission dell’azienda non può che rimanere ancorata a quattro azioni principali e fondanti: to like, to share, to want e to connect. In questo contesto secondo Derrick de Kerckhove, professore presso University of Toronto e Università Federico II di Napoli, il nuovo consumatore è oggi un prosumer, always on, connesso all’interno di reti sociali e soprattutto profondamente emozionale. Andiamo in Rete, ragiona de Kerckhove, per esprimere le nostre emozioni, dall’amore all’odio, dalla passione all’indignazione; senza dimenticare che la collera è più virale della felicità. Infine, il tema dell’e-commerce.

Come ricordato da Luca Cassina, general manager northern, central, eastern Europe and Turkey Paypal, il commercio elettronico vale 1.300 miliardi di dollari nel mondo e circa 10 miliardi in Italia. In questo scenario, di particolare interesse è l’e-commerce transfrontaliero, ossia persone che comprano prodotti o servizi esteri, che ha un valore di circa 100 miliardi di dollari. L’elemento più importante da osservare è che il digitale non va inteso in contrasto con il punto vendita materiale, piuttosto in sinergia con esso. Si pensi per esempio a quelle tante azioni di info-commerce, che poi portano a un acquisto in negozio, senza contare l’utilizzo virtuoso dello smartphone all’interno del punto vendita per confrontare prezzi e prodotti. Oppure gli esperimenti di Pizza Express e di McDonald’s che hanno introdotto delle app che permettono attraverso lo smartphone di pagare saltando la coda.

2013-10-02T23:10:57+00:00 ottobre 2nd, 2013|