DailyMedia 24 luglio 2013
Il presidente di Upa, Lorenzo Sassoli de Bianchi, cerca di dare ancora qualche segnale di cauto ottimismo per gli investimenti nel secondo semestre che confermi un trend ancora più ipotizzato che consolidato cui ha fatto cenno nel suo intervento all’assemblea degli utenti di inizio mese e, ieri, parlando con la stampa a margine della presentazione del Premio “Parola d’impresa”, ideato con Piccola Industria Confindustria e sostenuto da Gruppo 24 Ore, ha rafforzato la stima di una chiusura d’anno a -12,5%, confortata da un andamento positivo di luglio. L’altro argomento su cui Sassoli è tornato è quello dei diritti di negoziazione: il presidente di Upa non intende recedere dalle sue affermazioni, che porteranno l’organismo degli utenti ad adire le vie normative per la loro abolizione. Al rilievo della “controparte” che, invece, si tratta di una procedura nota, condivisa del tutto trasparente e sottoposta a controlli, Sassoli replica che a Upa invece pare sempre un’area “opaca” e che gli utenti sono pienamente disponibili a ricontrattare i compensi con le centrali ma solo a fronte della loro cancellazione. Al vasto mondo degli utenti più piccoli, in una logica proprio di loro acculturamento in materia di comunicazione è indirizzato il Premio “Parola d’impresa”, che è stato presentato ieri, oltre che dallo stesso Sassoli, da Vincenzo Boccia, presidente Piccola Industria Confindustria, e Donatella Treu, a.d. del Sole 24 ORE. Il presidente di Upa ha fornito una fotografia del sistema imprese-utenti nel nostro Paese che dà l’idea della necessità irrinunciabile di un’accelerazione dei processi di sensibilizzazione ai temi della comunicazione da parte delle pmi, che sono l’ossatura della nostra economia ma con uno scarsissimo orientamento alla considerazione del valore strategico che la comunicazione può avere per la loro crescita. In Italia ci sono oltre 5.250.000 imprese, ma oltre il 60% di queste è “personale”, mentre un altro 35% ha tra i 2 e i 9 dipendenti, e soltanto 150.000 ne hanno da 10 in su. E’ un tessuto di “produttori” quindi più che di imprese, anche se il 60% di loro dichiara che il rafforzamento del proprio marchio è un obiettivo di crescita. Però, all’atto pratico, gli utenti sono solo 15.000, vale a dire lo 0,3% del totale delle imprese. Un dato che si confronta impietosamente con i 20.000 utenti francesi e i 30.000 di Germania e Inghilterra. Ne consegue che, sempre da noi, il mercato della pubblicità è iper-concentrato, con i primi 50 spender che “fanno” il 30% del totale-investimenti. Il Premio (che per ora è relativo solo a campagne stampa e web pianificate a partire dal 2012 in avanti, ma che potrebbe nella prossima edizione aprirsi anche ad altri mezzi ed editori) si rivolge quindi a un bacino di quasi 15.000 inserzionisti che non investono più di 1 milione di euro, anche se, tecnicamente, potranno iscrivere i loro lavori (al fee di 100 euro ciascuno) solo quelle aziende delle 155.000 associate a Confindustria che non abbiano più di 250 dipendenti. A breve verrà insediata la giuria, a novembre, con un evento speciale nell’ambito della Settimana della Cultura di Impresa, saranno resi noti i 4 vincitori che si dividerannno i 500.000 euro di spazi a valore messi a disposizione sui suoi mezzi dal Sole 24 ORE. Da ieri e fino all’11 ottobre, le associate a Confindustria potranno iscriversi al Premio attraverso il sito paroladimpresa.confindustria.it, dove sono disponibili il regolamento e tutte le informazioni utili per partecipare all’iniziativa.