DailyMedia 4 luglio 2013
E’ stato come nelle aspettative un taglio decisamente propositivo quello che il presidente Lorenzo Sassoli de Bianchi ha voluto dare all’assemblea Upa che ha registrato il tutto esaurito ieri al Teatro Strehler. Del resto, il tema dell’incontro, “L’urgenza di un progetto”, indicato e invocato come irrinunciabile per uscire dalla stasi socioeconomica in cui langue il Paese da troppi mesi, implicava proposte concrete, alcune delle quali, anche se in parte già note, hanno destato stupore e suscitato polemiche. La prima proposta consiste in un tax credit per gli investimenti pubblicitari incrementali, fino a un tetto del 10% per recuperare gli investimenti persi negli ultimi anni (3 miliardi, dal 2007). La seconda proposta riguarda la banda larga. La terza proposta, definita “provocatoria”, consiste nello spostare rapidamente le deleghe sul turismo e sui beni culturali al Ministero dello Sviluppo Economico. «Tutti i musei italiani, infatti, incassano meno del solo Louvre. Con l’attuale modello di gestione che, come mostrano gli episodi di Pompei e del Colosseo, si sta confermando scandalosa, è come se avessimo trasformato il nostro “petrolio”, arte e cultura, in un costo per la collettività. E rischiamo di perdere gli sponsor a causa di normative troppo vischiose». La quarta proposta è la riforma della Rai, anche per evitare al Paese una nuova vicenda Alitalia: debiti per la collettività, incerti ricavi per chissà chi. La quinta proposta è quella di una virata culturale sul ruolo della donna nella pubblicità, argomento di cui ha parlato nel suo intervento anche Annamaria Testa. La sesta proposta riguarda la formazione dei comunicatori di domani e «Negli ultimi 15 anni il nostro Paese ha perso circa 2 milioni di giovani qualificati, forse qualcosa non funziona, e occorre riflettere su quali saranno le competenze dei professionisti della comunicazione 3.0. Purtroppo, al momento, abbiamo una pletora di facoltà che sfornano illusioni e offrono professionalità non sempre interessanti per un mercato già saturo». Sempre Sassoli ha inoltre proposto anche un’attenzione specifica alle ricerche che misurano le audience dei media, auspicando che queste evolvano di pari passo all’evoluzione dei media. «Servono più bussole e meno mappe, strumenti più efficaci, che possono coinvolgere anche i big data, per capire i comportamenti dei consumatori. Le “audi” sono un sistema valido, Auditel è in fase di continuo aggiornamento, mentre, in parallelo, su un piano più strategico, stiamo lavorando sulla single source.