DailyMedia 3 giugno 2013
Il benessere di un Paese si vede dall’andamento degli investimenti pubblicitari. E in questo momento il trend è più che negativo. L’ultimo dato Nielsen, relativo al primo trimestre 2013, segnala un calo complessivo del 18,9% rispetto allo scorso anno. Per UPA, nel mese di aprile, la riduzione della spesa potrebbe essersi assestata tra il -16 e il -18%, e solo a maggio e giugno dovrebbe riprendersi un po, ma semplicemente per ridurre il disavanzo del primo semestre a un -15%/-16%. I target e il mercato si sono frammentati e le aziende vogliono una comunicazione integrata ed efficiente che metta al centro il consumatore e i suoi comportamenti, soprattutto rispetto alla multimedialità e al multiscreen. Alcuni editori lo hanno capito: Luigi Colombo, d.g. marketing di Publitalia, ricorda come le strategie di Mediaset oggi si basino sulla declinazione dei contenuti su tutte le piattaforme disponibili. Per fare un esempio, “Amici” può contare sul 5 milioni di spettatori nel prime time, 1 milione nel day time, uno spin su La5, 1,2 milioni di user sul sito e 800mila fan su Facebook. Per questo, UPA da cinque anni finanzia Eurisko Media Monitor: gli investitori chiedono dati sempre più precisi e disaggregati: sul web, attraverso un’Audiweb più trasparente, ma anche sui mezzi tradizionali. Valerio Di Natale, consigliere UPA e President Southern Europe Mondelez International è intervenuto nella giornata di venerdì al meeting che si è concluso sabato a Santa Margherita di Pula. Il tema è stato quello del rilancio, anche se i numeri presentati sono davvero sconfortanti. Nel 2013 si prevede un calo del PIL pari al 2%. Solo nel 2014 dovrebbe ripartire la crescita, ma solo di un 1%. Il debito pubblico sta al 130%, il deficit non azzerato al 3%. La disoccupazione riguarda 3 milioni di disoccupati, la CIG mostra la corda, i consumi sono andati giù del 4,3%. Sono le evidenze mostrate da Francesco Daveri, docente di politica economica all’Università di Parma, che conia un acronimo per definire l’Italia: Ve.R.De, ossia vecchia, ricca, densamente popolata.. Sul tema è intervenuto anche Sami Kahale, presidente e a. d. di Procter & Gamble. Per lui, l’Italia sta trascurando troppo gli investimenti esteri.