AdvExpress 23 aprile 2013
L’attuale governance di Assocom a giudicare dalla recenti dimissioni del presidente Massimo Costa non sembra adeguata alla nuove esigenze del mercato e forse neanche a quelle degli associati. I due presidenti ad interim Peter Grosser ed Enrico Gasperini dovranno agire in fretta, con tutta la determinazione e la risoluzione di cui sono capaci, per tenere insieme l’associazione e convincere le ‘stelle’ dell’advertising (agenzie creative, media e dintorni espressioni dei grandi network internazionali) a non seguire la strada già imboccata da alcuni importanti brand quali Havas, Saatchi & Saatchi, McCann e, da pochi giorni, da Leo Burnett ed STV DDB. La road map di Grosser e Gasperini è la seguente: a giugno proposta della nuova governance all’assemblea degli associati. Gli altri temi, dal potenziamento delle attività del centro studi, nell’ottica di revisione del sistema delle Audi, al censimento del settore, fino al completamento del processo di spending review seguiranno a ruota. Il percorso dovrebbe vedere una conclusione entro ottobre, ossia prima delle elezioni del nuovo presidente. Alla base della riuscita del nuovo percorso di Assocom, che tenterà di andare oltre l’organizzazione per Consulte, anche l’individuazione della giusta quota di adesione, che sia abbordabile per i piccoli e sostenibile per le grandi agenzie. Una quota che diventa anche l’espressione di quello che l’associazione vuole essere e fare. “Si sta in associazione e si paga per difendere i propri interessi e per avere servizi in cambio”, dicono i presidenti ad interim che puntano a un’associazione che rappresenti il mercato nella sua complessità e diversità. Nell’incontro con la stampa di ieri sono state annunciate proposte che sono in fase di elaborazione, riguardo al delineare un’associazione in grado di rappresentare le diverse anime e dimensioni e conciliare le esigenze dei grandi network con quelle delle agenzie locali.