DailyNet del 27 febbraio 2013
La pubblicità online potrebbe non bastare più a sostenere i modelli di business di publisher e operatori web. L’esigenza di individuare nuovi servizi a pagamento come quella di vedere riconosciuti gli investimenti nella produzione di informazioni e contenuti di qualità diventano sempre più pressanti per tutti gli operatori digitali, stretti ai fianchi da oligopoli che concentrano su pochi i proventi pubblicitari, e indotti a doversi confrontare con un sistema di regole oggi asimmetriche che penalizzano gli operatori europei rispetto ad altri grandi colossi extra Ue. Da qui la decisone di Fedoweb, la Federazione degli operatori web presieduta da Elserino Piol, in collaborazione con Confindustria Intellect, la federazione confindustriale cui Fedoweb aderisce presieduta da Diego Masi, di chiamare a confrontarsi esperti, aziende e istituzioni, sui temi più cruciali che toccano gli operatori dell’informazione digitale. Fra i punti che Fedoweb e Confindustria Intellect intendono sottoporre al futuro Governo, e alle istituzioni preposte alle regole del mercato digitale, si segnalano: la riduzione dell’Iva per i giornali digitali, per gli ebook e per le transazioni di e-commerce; una nuova tutela, in linea con i grandi cambiamenti che internet pone, per chi investe nell’informazione e nei contenuti. Secondo stime Ue, gli editori e gli operatori web hanno effettuato importanti investimenti che hanno generato 6,7 milioni di posti di lavoro in Europa da parte di grandi aziende globali europee, ma anche di piccole e medie imprese. Occorre individuare nuovi accordi, contrattuali e legislativi, per nuovi modelli di uso e distribuzione dei contenuti che riguardano piattaforme distributive quali Google, iTunes, Youtube, o Spotify. In tema di norme, Fedoweb segnala che il contesto competitivo è sbilanciato da un sistema che favorisce gli operatori extra Ue, mentre è necessario avere regole del gioco uniformi.